giovedì 26 gennaio 2017

Amara conseguenza del restauro: 50 posti in meno.


Purtroppo lo temevamo, si vociferava da mesi di problemi relativi alla sicurezza che avrebbero limitato la capacità del nostro bel teatro; a restauro concluso i numeri non lasciano spazio a dubbi, da 420 siamo passati a 350 posti a sedere con una pesante riduzione del 17% circa.

L'oggetto del contendere, e di un lungo braccio di ferro tra i Vigili del Fuoco e la Soprintendenza di Lucca, con il Comune di Carrara a cercare una mediazione, sono stati i parapetti dei palchetti, giudicati non conformi agli attuali standard di sicurezza, che prevedono un certo rapporto di altezza in relazione al vano e la capacità di resistere ad urti di 200kg circa (semplifico volutamente).

Mentre in città giravano voci senza freno, e si parlava di un Animosi con tutti i palchi laterali chiusi, veniva trovata una soluzione intermedia con l'installazione di sbarre di metallo a fare la funzione di nuovi parapetti. Questo, oltre a un effetto estetico veramente spiacevole, crea problemi di visione per alcuni spettatori di statura non proprio imponente, e purtroppo riduce lo spazio interno dei palchi laterali portandone la capienza da 4 a due posti, con la riduzione di cui si è detto sopra.

In cento ottanta anni di storia non mi sembra di aver mai sentito parlare di qualcuno cascato involontariamente dai palchetti degli Animosi, e non capisco come si possa pretendere un livello di sicurezza così elevato per edifici storici di questo livello...ma tant'è, il danno è fatto.

1 commento:

  1. ecco risolto il mio dubbio, guardando una foto scattata ieri sera, considerato il pienone raggiunto, scorgevo i palchetti laterali vuoti… in verità non erano molto ricercati (per ovvi motivi) comunque durante i pienoni sia di spettacolo che politici venivano presi di assalto anche quelli. I miei occhi ricordano il grande tributo di pienone per la prima di Manrico Viti: LA LUNGA CISA… indimenticabile, così come i PRIMO MAGGIO quando c'era FAILLA.
    Eccoli i tempi d'oro Andrea, quelli dei nostri vecchi, la nostra storia e cultura.

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